INCONTRO CON I FIDANZATI 2: IL LABORATORIO DEI BAMBINI

LA TARANTELLA MONTEMARANESE

STORIA DI UNA DANZA
Le "Danze Popolari" sono l'espressione della storia e della cultura di un popolo. Le loro musiche e le loro coreografie si sono sviluppate attraverso Il tempo, e si sono tramandate attraverso le generazioni come le storie e le leggende. Danzare insieme è un'esperienza affascinante e un'occasione per riscoprire un canale di comunicazione
La danza etnica, che ha come caratteristica fondamentale la ripetitività del gesto e la semplicità dell'esecuzione, diventa una forma di conoscenza, non solo del proprio corpo nel rapporto gesto - ritmo - spazio, ma anche della funzione storico - sociale della danza stessa.
Nella danza che si svolge in gruppo, i partecipanti si trovano ad essere legati dal ritmo e dal movimento: il legame che si stabilisce tra loro è di tipo ancestrale ed affonda la suo radici nel comportamento tribale - istintivo dell'uomo generando una forte componente energetica altamente ristabilizzante. Nella danza infatti la vita sembra tornare al suo potente e vibrante ritmo primordiale, si ritrova il piacere primitivo dei movimento vitale.

L'Irpinia definita da antichi scrittori "la Terra di Mezzo" essendo a cavallo fra due mari, pur conservando le sue tradizioni montanari, ha ricevuto influenze di cultura sia pugliesi che partenopee. I ritmi delle antiche "feste dionisiache" della Magna Grecia poi "baccanali" nella Roma Imperiale, divenute nel Medioevo danze frenetiche a scopo terapeutico (liberazione psichica delle tarantolate che danzavano fino allo sfinimento) ha fatto si' che questa musica giungesse fino a noi .
Montemarano, piccolo paese irpino, ha saputo coniugare gli antichi suoni con altrettanti di piu' moderna concezione elaborando una tarantella "Montemaranese" di non semplice esecuzione sostituendo all'antica ciaramella il clarino. L' influenza pugliese del ritmo veloce della pizzica, fuso con quello piu' lento della tammurriata campana, ha dato vita ad un ritmo particolare della nostra "tarantella montemaranese". Napoli - Taranto passando per l'Irpinia, è questo l'asse su cui si è sviluppato in tutte le sue più svariate sfumature (tammurriata, pizzica) il ballo più famoso del mondo: la tarantella. Essa nasce in tempi antichissimi a scopo mistico - terapeutico. Serviva per scacciare gli spiriti maligni dai posseduti. Se si volesse spiegare in modo schematico quali siano le peculiarità del carnevale di Montemarano rispetto ai tanti altri rituali carnevaleschi della Campania si potrebbero elencare i seguenti ingredienti:
• predominanza del ballo e della musica tra le varie espressioni del carnevale
• competizione e senso di appartenenza alla mascherata
• attaccamento al libero mascheramento, al travestimento, allo stupore caricaturale
• il piacere della tarantella, quasi come filosofia ed emblema della comunità
• la commistione (quasi una compensazione degli opposti) fra ordine e disordine, fra sacro e profano:

LETTERA DI SALUTO DI RITA MAURIZIO E FEDERICA

Cari Genitori/Educatori e cari Bambini e Ragazzi, abbiamo trascorso insieme questi bei giorni occhi negli occhi, cuore a cuore, nell’ascolto e nella parola ma anche nella danza e nei giochi, cercando di vedere semplicemente ciò che c’è oltre i confini dell’apparenza e del racconto di noi e degli altri.
Abbiamo scoperto insieme che oltre questi confini c’è il fantastico mondo del possibile, che solo il cuore e l’anima possono riconoscere per averne già percorso le strade. C’è il mondo che gli occhi non vedono e le parole non dicono, il mondo della memoria e della fantasia, dove il prima e il dopo non hanno tempo e tutti i ricordi vivono lo stesso spazio.
Ora sappiamo che negli sguardi e nei cuori di ognuno di noi c’è un punto originario, innocente, che consente di approdare oltre l’orizzonte delle barriere mentali e di esplorare, comunicare, emozionare, progettare e amare senza paura, diffidenza o pregiudizio. Questo punto va ricercato, attivato e nutrito perché la Famiglia diventi il luogo privilegiato dove convivono: affetti, progetti, sensibilità, debolezze, potenzialità e talenti.
La narrazione ci ha aiutato a cogliere aspetti nuovi della nostra vita, ad uscire da vecchi “copioni” e ci consentirà di cogliere ogni mutamento, esigenza e bisogno per “mettere in scena” una nuova trama della nostra storia personale, di coppia o familiare.
Abbracciati da questo “mandala narrativo” siamo sicuri che torneremo da questo viaggio con occhi nuovi, capaci di andare oltre i confini di ciò che appare, ricordandoci che il viaggio della vita e della scoperta, come afferma Marcel Proust, non consiste nel vedere nuove terre ma nel guardarle con nuovi occhi.
Un abbraccio a voi tutti con sincero affetto e augurio di ogni bene
Rita Maurizio e Federica
Campitello Matese, Agosto 2011

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